Come si fa una radio sul web

Piccola guida non esaustiva nata dall’esperienza di Cura Radio

Dal momento in cui abbiamo deciso di fare una radio sul web e di dare vita a Cura Radio, è scattato il conto alla rovescia per preparare la prima diretta (avvenuta il 14 aprile 2020 in pieno lockdown) e trovare gli strumenti adatti per trasmettere via Internet.

Da subito ci siamo orientati verso una trasmissione live, ma per arrivare al momento di accendere i microfoni e parlare c’erano diversi ostacoli da superare.

Il primo: capire a quale servizio appoggiarsi per trasmettere sul web.

Dove

Il web è essenzialmente incentrato sul testo e sull’immagine e il posto per l’audio è ancora estremamente ridotto, nonostante la nascita di servizi come Soundcloud. Basti pensare a Facebook: sulla propria bacheca si può condividere di tutto, ma non audio (a meno che non sia accompagnato da immagini, sul tipo dei video che si trovano su youtube).

Ci sono invece molti servizi che forniscono strumenti per lo streaming audio, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono a pagamento.

Ci siamo così quasi subito orientati verso Facebook, che offre molti strumenti per i live, anche se solo video. Abbiamo aggirato questa limitazione sostituendo alla parte video dello streaming dalla nostra pagina facebook un’immagine fissa e puntando tutto sull’audio.

Durante il lockdown i live dedicati all’informazione e alla discussione, anche di movimento, sono esplosi. Tutti proponevano però i volti degli ospiti delle dirette, che non necessariamente offrivano qualcosa in più agli spettatori.

Scegliendo di trasmettere solo l’audio, dando vita quindi a una radio su Facebook, abbiamo puntato invece sulla ricchezza sonora. Tecnicamente ricorrere soltanto al suono ci ha permesso di fare cose che altrimenti non avremmo potuto fare se avessimo dovuto gestire anche le immagini durante le dirette. In concreto: la possibilità di avere contemporaneamente o di alternare nel corso della trasmissione numerosi ospiti; la possibilità di poter trasmettere suoni e musica.

Facebook, dunque, è stata la scelta più facile, anche perché accanto alle dirette il social mette a disposizione numerosi strumenti per costruire una comunità di ascoltatori.

Il primo problema riscontrato è stato a livello di contenuti: Facebook ha cancellato dalle registrazioni delle nostre dirette alcune parti musicali perché (secondo l’algoritmo) protette da diritti.

Uno dei brani tagliati era quello proposto da Antonio Fanelli, antropologo culturale, impegnato da anni nel ricostruire le vicende della canzone di protesta, ospite della puntata del primo maggio 2020. La canzone, da lui raccolta in una campagna etnografica, gli era stata cantata da… sua zia.

In questa prima fase di trasmissioni, coincisa con i mesi di lockdown, abbiamo però cercato un’alternativa che ci potesse dare “uscire” dal vestito stretto di Facebook.

Finalmente abbiamo trovato ospitalità per lo streaming audio direttamente sul web grazie ai buoni auspici di Streampunk. Ci tornerò più avanti.

Nonostante questa novità, abbiamo deciso per la ripresa delle trasmissioni (avvenuta il 25 novembre 2020) di continuare a trasmettere anche su Facebook, proprio per restare in contatto con la piccola comunità creatasi attorno alla radio.

Come

Trovata la piattaforma per compiere “l’ultimo miglio”, quello che porta il suono dal PC ai potenziali ascoltatori, si trattava ora di trovare gli strumenti per costruire un piccolo studio radiofonico virtuale in casa. E per aumentare le difficoltà c’era un’ulteriore costrizione, data dal fatto che i due animatori di Cura Radio (io e Francesca) avrebbero dovuto condurre insieme la trasmissione a distanza.

A queste due fonti (la mia voce, in entrata via microfono e quella di Francesca via Skype) si aggiungevano quelle degli ospiti e gli eventuali audio (musica e interviste) da mandare in onda.

Al centro di questo groviglio di suoni il mio computer di casa, che doveva prendere tutte queste fonti e mandarle sul web. Ed ecco il primo problema: di default i computer, qualsiasi sia il sistema operativo in uso , non sono pensati per fare questo lavoro e non hanno la flessibilità necessaria a gestire più segnali sonori nello stesso tempo.

Sul mio PC sono presenti sia Windows che Ubuntu, ma è quest’ultimo che utilizzo quotidianamente per il lavoro. Ho dunque provato a impostare le entrate e le uscite audio prima di tutto con Linux attraverso l’utilizzo del driver audio Jack. Non ci sono riuscito, troppo complicato.

Il procedimento è risultato molto più semplice su Windows 10, con l’utilizzo di un software gratuito (ma purtroppo non Open Source). Una volta installato, il programma sostituisce i suoi driver audio a quelli di Windows e fornisce un’interfaccia grafica tipo mixer per gestire le entrate e le uscite audio. Il mixer dà accesso a due entrate hardware, una delle quali è servita a ricevere il segnale di un microfono collegato via USB e a due entrate e uscite virtuali. Una di queste è servita per i segnali in provenienza dal desktop del mio PC (suoni da Youtube o files audio via Vlc) e l’altra per il segnale di Skype.

Grazie a questo mixer virtuale tutte le fonti vengono poi riunite e mandate verso due canali in uscita, così da poter essere raccolte dal programma utilizzato per mandare l’audio in streaming su Facebook.

Il software in questione è OBS, gratuito e Open source, che va ovviamente impostato per raccogliere i suoni in uscita dal mixer e mandarli direttamente su Facebook. Non è difficile e tutti i passaggi sono ben documentati su numerosi how to che si trovano facilmente sul web.

Skype

Lo strumento principale attraverso il quale è avvenuto il collegamento con gli ospiti di Cura Radio è stato Skype, che ci ha permesso di garantire una buona qualità della comunicazione in entrata e di gestire in modo flessibile la partecipazione dei nostri interlocutori, permettendoci di aggiungere una o più persone alla comunicazione a seconda delle necessità della diretta.

E’ però importante sottolineare che non va impostato soltanto il segnale in entrata di Skype perché giunga sul mixer virtuale del PC, ma il software va anche impostato per ricevere dal mixer virtuale tutti i segnali audio provenienti da altre fonti, come la musica, la voce dell’animatore collegato via microfono al PC e eventuali audio provenienti da altre fonti.

Altrimenti chi è collegato alla trasmissione via Skype non può sentire tutti questi suoni e quindi è tagliato fuori dall’andamento della trasmissione.

Telefono casa

Il telefono e la radio sono due strumenti profondamente legati: l’utilizzo del telefono all’interno delle trasmissioni radiofoniche a partire dagli anni ’70 ha permesso di avvicinare il pubblico e di cambiare la faccia stessa della radio.

Il telefono è infatti un potente strumento di interazione con gli ascoltatori, anche perché garantisce una certa anonimità: si può parlare in radio liberamente, senza temere di essere riconosciuti.

Ma, purtroppo, nella costruzione di uno studio di trasmissione casalingo è proprio l’utilizzo di un telefono per ricevere e fare chiamate ad eventuali interlocutori uno degli ostacoli più difficili da sormontare.

I cellulari infatti (scartiamo subito i telefoni fissi) hanno generalmente soltanto un’uscita, quella per le cuffie. Più difficile invece è portare nel telefono il suono proveniente dal computer, che però è necessario per far sentire all’eventuale interlocutore telefonico le voci sia degli animatori (collegati con microfono o via Skype) e altri audio provenienti dal PC. Senza questo ritorno la partecipazione dell’interlocutore al telefono alla trasmissione è praticamente impossibile.

E’ probabilmente possibile trovare una soluzione hardware a questo problema, ma è questa una strada che non abbiamo percorso per mancanza di competenze.

Abbiamo invece provato la strada del collegamento tra PC e smartphone grazie a un software gratuito (ma ovviamente proprietario) fornito da Windows che permette di mettere in comunicazione il cellulare Android con il computer via Bluetooth e di effettuare e ricevere chiamate vocali direttamente dal PC.

Purtroppo però la qualità della comunicazione si è rivelata bassa e la connessione inaffidabile; abbiamo dunque abbandonato questa soluzione, preferendo chiedere agli ospiti di collegarsi via Skype.

Streaming web

Con la nuova stagione di Cura Radio, iniziata il 25 novembre 2020, alla trasmissione live su Facebook si è aggiunto lo streaming direttamente sul web grazie al servizio offerto da Streampunk, progetto collegato a quei santi del collettivo autistici/inventati che oltre a fornire servizi mail e una piattaforma di blog gratuiti a tutto il movimento da oltre 20 anni, hanno dato vita a un progetto dedicato alle radio indipendenti, che si definisce

a managed streaming service for autonomous Internet radios, whose objective is to free the radio operators from the burden of managing the streaming infrastructure.

Non sono molti i servizi gratuiti che permettono di uscire direttamente sul web: tra quelli sperimentati segnalo anche GISS, che sta per Global Independent Streaming support.

La possibilità di “uscire” sul web con il proprio segnale audio significa nel concreto ottenere un mountpoint (del tipo /curaradiotrento.mp3) con le credenziali per l’accesso da inserire nel software dedicato allo streaming sul web, che si aggiunge dunque al mixer virtuale e a OBS in uso per le dirette Facebook.

In questo caso l’applicazione utilizzata per mandare il segnale al server di Streampunk che poi si incarica di mandare in rete lo stream audio è Butt, molto semplice da impostare ma anche molto efficace.

Chiedi a google

Quello descritto in questo articolo è il procedimento di base, così come i software utilizzati per le dirette di Cura Radio. Ma è necessario sottolineare che ogni situazione è diversa e le variabili sono numerose; questo fa sì che trovare la giusta configurazione non sia facile.

Si va per tentativi: l’importante è provare tutte le possibilità prima della diretta e in generale “google is your friend”, nel senso che davanti a un problema tecnico è facile che qualcun altro lo abbia già affrontato, abbia trovato una soluzione e l’abbia condivisa sul web.